29/04/2024 di Alessia Battini

La folle deriva gender: dal cambio di sesso per neonati a quello in base alla stagione

L’ideologia gender diventa sempre più estrema e preoccupante, soprattutto con le ultime “novità”: da leggi che consentono il cambio di sesso addirittura ai neonati fino agli adolescenti che cambiano genere a seconda della stagione. Sono sempre di più, e una peggio dell’altra, dunque, le follie di cui siamo spettatori.

Andiamo con ordine: il 12 aprile scorso il parlamento tedesco, il Bundestag, ha approvato una nuova normativa sull’autodeterminazione del proprio genere. La proposta è stata sostenuta dalla coalizione di cui fa parte anche il partito del cancelliere Olaf Scholz, dal partito social-democratico (SDP), dai Verdi, dal Free Democratic Party (FDP) e da Die Linke. Hanno invece votato contro la legge la Christian Democratic Union (CDU), la Sarah Wagenknecht Alliance e l’Alternative for Germany (AfD). Secondo una descrizione dell’atto nel sito ufficiale del Bundestag, il Self Determination Act (SBGG) è stato disegnato per «implementare la protezione dell’identità di genere dando alle persone l’opportunità di cambiare il loro genere e il loro nome senza discriminazione».

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L’aspetto più disturbante di questa normativa è che permette ai genitori di cambiare il sesso del bambino registrato all’anagrafe alla nascita, mentre dopo i 5 anni del figlio è possibile cambiare il nome e il sesso se c’è «mutuo consenso» tra quest’ultimo e i genitori. Dunque, in questi casi non si tratterebbe più di autodeterminazione, perché il cambio di sesso dipenderebbe esclusivamente dalla volontà dei genitori e non sicuramente da quella del figlio che, essendo minorenne o addirittura un neonato, non ha la minima capacità di intendere le conseguenze di una scelta di questo tipo.

Ma non è finita, perché una volta compiuti 14 anni, il figlio può assumere questa scelta per conto proprio, anche se è richiesto ancora il consenso dei genitori. Comunque, se questi dovessero rifiutarsi di prestare il loro consenso, è previsto che «un tribunale prenderà la decisione in loro vece sulla base del miglior interesse del bambino», facendo sì che lo Stato possa aggirare la volontà dei genitori o dei tutori legali del minore.

È previsto inoltre il divieto di divulgare il sesso biologico e il nome di nascita di chi abbia iniziato un percorso di transizione di genere, anche solo sociale, valido anche per i familiari. Chiunque violi questa disposizione potrà rischiare una multa fino a 10.000 euro: uno strumento, quindi, anche per scoraggiare a esporsi e discutere su quale impatto possa aver avuto il cambio di identità.

Sono due i politici – tra l’altro transgender - che più si sono impegnati per spingere il parlamento all’approvazione dell’atto: Tessa Ganserer e Nyke Salwik, eletti nel settembre del 2021 come membri del Green Party, occupando dei posti che erano stati previsti e riservati per le donne, in nome delle “quote rosa”.

Ganserer ha iniziato la sua ascesa politica nel 2013, quando ancora usava il nome Markus ed era stato eletto come membro della zona della Bavaria. Nel 2019, un articolo pubblicato dal quotidiano tedesco online Welt annunciava che «Markus Ganserer ha smesso di esistere il 12 dicembre 2018» per diventare Tessa.

Sempre nel 2019, durante una conferenza stampa, Ganserer aveva spiegato come, all’età di 41 anni, avesse deciso di iniziare a identificarsi come una donna dopo anni passati a rubare i vestiti di sua moglie. «Questa è una decisione storica incredibilmente importante ed è per questo che mi sento come se mi fossi tolta un peso dopo così tanti anni di duro lavoro e di attesa, riceverò anche i documenti d’identità ufficiali che avranno il mio vero nome», ha detto in una serie di video postati su Instagram dopo il recente voto. Ci sembra inoltre giusto ricordare che, durante i 4 anni in parlamento, Ganserer ha dichiarato che «il pene non è un organo sessuale maschile» e che «ci sono anche donne che hanno il pene». Parole folli, che fanno ben intendere il punto estremamente drammatico in cui siamo riusciti ad arrivare.

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Il giorno della discussione della legge in Germania, un centinaio di donne hanno protestato davanti alla sede del Bundestag, nonostante l’annuncio sulla discussione fosse stato pubblicato sul sito del governo solo pochi giorni prima. L’iniziativa è stata organizzata da associazioni per i diritti delle donne e delle lesbiche ed è stata promossa dall’attivista per i diritti delle donne Rona Duwe, già citata in giudizio per aver comparato la mascotte di un’organizzazione transgender a un simbolo conosciuto per essere usato dai pedofili. Dall’anno scorso è stata accusata più volte per essersi esposta contro l’ideologia e le politiche sull’identità di genere.

Parlando con Reduxx, Duwe ha spiegato che le donne che hanno partecipato erano spaventate per la loro sicurezza, e che durante la dimostrazione gli attivisti trans le hanno insultate e hanno riso di loro: «Abbiamo paura di una vera e propria persecuzione contro i movimenti femministi. Gli attivisti trans sono sempre più aggressivi. Alcuni sono venuti da noi durante le proteste e ci hanno insultate o hanno riso di noi».

Ma veniamo all’altro punto folle della deriva gender. Se infatti in Germania i bambini possono cambiare il genere appena nati, negli Stati Uniti si cambia genere a seconda delle stagioni. L’attivista Dee Whitnell, che si identifica come persona non binaria, ha introdotto il “gender season”, ovvero un individuo che esplora la propria identità di genere in relazione a una stagione o a tutte le stagioni. Ha dichiarato infatti che le stagioni possono influenzare l’identità o le espressioni di genere: «mi sento più maschile in estate. In quel periodo indosso abiti più maschili e tengo i capelli raccolti, mentre in inverno adoro le gonne e i vestiti e porto i capelli sciolti». I video, pubblicati sui social, sono presto diventati virali, e nonostante le critiche siano state diverse, non possiamo non pensare che di persone come questa ce ne siano tante altre, che cambiano il proprio genere a piacimento a seconda della stagione, dell’umore, del meteo.

D’altronde, se lo stato della deriva gender è arrivato a questo punto, allora vuol dire che ogni regola razionalmente e moralmente valida diventa superflua. La realtà non corrisponde più a quella che è, che possiamo vedere e vivere, ma è quella che ci immaginiamo e che imponiamo a tutti di vedere: il pensiero unico supera qualsiasi limite, è logicamente inesatto, eppure affermare l’assurdità di cambiare il proprio genere a seconda delle stagioni diventa una discriminazione bella e buona, e impedire ai genitori di un neonato di cambiare il suo sesso all’anagrafe prima ancora che questo abbia mosso il primo vagito è un’imposizione tirannica. L’ideologia gender è fuori controllo, ed è arrivato il momento di mettere definitivamente un freno.

 

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